DANILO MUSARELLA: “Un sogno diventato realtà”.

Milano 

Tra le novità del 2021 per il Baseball per ciechi spicca su tutte l’iscrizione al Campionato di una nuova squadra: I Blind Fighters A. S. D. . Il nuovo sodalizio ha avuto la sua origine lo scorso 17 Settembre 2020 grazie alla tenace perseveranza di Danilo Musarella. Il vulcanico calabrese trapiantato a Firenze è riuscito, dunque, a coronare uno dei suoi sogni, ovvero quello di creare una sua A. S. D. Della quale egli è Presidente e leader carismatico. Un mix di giocatori e tecnici esperti ma anche di graditi ritorni che sicuramente darà “battaglia” proprio come indicato nel nome della franchigia. I Blind Fighters si alleneranno e giocheranno presso il Padule Field di Sesto Fiorentino. Proprio il Padule, compagine della serie B F. I. B. S. , nella persona del Presidente Romano Becchi e del Vice-Presidente Leonardo Becchi ha accolto a braccia aperte questo ambizioso progetto mostrando da subito disponibilità ed entusiasmo. 

D: “Buon giorno Presidente Musarella. Tratteggiaci un tuo breve ritratto”. 

R: “Mi chiamo Musarella Danilo e ho 33 anni vengo da Reggio di Calabria e da circa 13 anni vivo a Firenze. Lavoro presso il ministero di giustizia di Firenze e ho due grandi passioni, quella per la musica ma in particolar modo quella dello sport la quale mi vede coinvolto attivamente nella società ASD Blind Fighters nel ruolo di presidente”. 

D: “Come sei venuto a conoscenza di questo sport?”. 

R: “Correva il 2008 anno in cui sono arrivato a Firenze per svolgere gli studi presso l’Istituto Aurelio Nicolò di. Durante un’ora di educazione fisica venne Valerio Ranieri noto  Allenatore libici insieme a un gruppo di ragazzi per fare una dimostrazione Di baseball per ciechi. Lì per lì come disciplina non mi piacque e ma, dopo insistenti inviti da parte dei miei compagni di Istituto ad andarmi ad allenare con loro, un lunedì mi decisi, mi andai ad allenare e da quel famoso allenamento per me il Baseball è diventata la più bella disciplina in assoluta della  quale mi sono innamorato”. 

D: “Raccontaci il tuo esordio”. 

R: “Non ricordo di preciso il giorno e contro quale squadra si giocava, ricordo però che il mio esordio è stato davvero un disastro! Avete presente che l’uomo corridore a casa base non appena effettua la battuta deve lasciare la mazza e correre? Bene, io per circa metà gara battevo e aspettavo che l’arbitro dichiarasse la palla buona. Il ricordo positivo è che ho conoscito tante persone ognuna delle quali cercavano di darmi qualche consiglio”. 

D: “Forniscici un ricordo su Alfredo Meli”. 

R: “Purtroppo sul mitico Alfredo Meli ho solo un vago ricordo della voce in quanto è scomparso qualche mese dopo il mio esordio. Nonostante ciò di lui posso dire una cosa che la sua invenzione nell’adattare il baseball per ciechi insieme a qualche suo compagno di squadra a fine carriera come per esempio Umberto Calzolari, è stato davvero un gesto divino”. 

D: “Come è nata l’idea di fondare i Blind Fighters?”. 

R: “L’idea di formare la società blind Fighters, nasce dal voler realizzare uno dei miei più grandi desideri. Ho una grande fortuna, tutto questo l’ho potuto realizzare insieme un gruppo di persone che prima di rivestire un ruolo all’interno della società sono per me dei cari amici. Parlo di Giuseppe Raucci nel ruolo di vicepresidente, Sonia Fenoglio nel ruolo di segretaria tesoriere, Denny Rinaldi nel ruolo di consigliere Andrea Tavanti nel ruolo di consigliere”. 

D: “Quali sono i vostri colori sociali e qual’è l’origine del vostro logo?”. 

R: “I nostri colori sociali sono il grigio e il viola. Il Grigio è un colore comune, mentre il viola tra le varie squadre di baseball per ciechi non ce l’ha nessuno. Il logo richiama il nome della società infatti raffigura un guerriero bendato il quale impugna al posto di una spada un bastone per non vedenti”. 

D: “Presentaci il tuo roster e lo staff”. 

R: “Il Roster dei Blind Fighters si compone di giocatori di esperienza quali: il sottoscritto, Andrea Lazzarini, Jessica Buttiglione, Giuseppe Raucci, Danny Rinaldi, Sonia Fenoglio, Smart Friday e Fabio Olivastri ai quali si  affiancano esordienti come: Elisabetta Procopio, Daniele Durinzi e Mohamed Sid  Hamed Omar. Il mio staff è composto da un nutrito gruppo di ben nove vedenti tra tecnici manager e direttore sportivo. Fabio Moricci ricopre il ruolo di coach manager, Marco acciai ricopre il ruolo di direttore sportivo e dirigente. Ai due si aggiungono Michele Pugliese, Francesco Pugliese, Manuel Mazzoni, Andrei Milici, Alessio Mancini Maurizio Chirico Susana Schiavinotto. Tutti questi ragazzi risultano tecnici anche se molti di loro sono abilitati a stare al guanto”. 

D: “A quale giocatore ti ispiri?”. 

R: “Il giocatore al quale mi Spyro e Baram’backe Dieng  in quanto è un mio collega di terza base il quale lo reputo efficace tanto in battuta quanto in difesa”. 

D: “I Blind Fighters  si alleneranno e giocheranno sul campo del Padule di Sesto Fiorentino. Come è nato il sodalizio con questa realtà?”. 

R: “Il  sodalizio con la società locale di Padule di Sesto Fiorentino è nata dalla voglia di fare una nuova esperienza in un’altra struttura. A nome di tutta la società blind Fighters ringrazio il presidente del Padule Romano Becchi e tutto il suo staff per averci dato questa importantissima possibilità”. 

D: “Qual’è l’obbiettivo per i Blind Fighters per questa prima  stagione agonistica?”. 

R: “Gli obiettivi principali dei blind Fighters sono due: il primo è quello di creare in quest’anno di lavoro affiatamento tra tutti i componenti della squadra, se c’è spirito di gruppo arriveranno anche i bei risultati; il secondo è quello di non arrivare ultimi”. 

Un saluto da Matteo.

INTERVISTA A GIANCARLO BERGANTI: IL SALUTO DEL PERNO FELSINEO

L’inverno del Baseball per ciechi era negli ultimi anni caratterizzato da un simpatico ritornello: “Mi ritiro…”. Dichiarazione rilasciata da Giancarlo Berganti e poi puntualmente smentita in Primavera con il suo ricomparire in diamante dove continuava a stupire a suon di prestazioni maiuscole e mai banali. Questa volta, tuttavia, è tutto vero, perchè uno dei leader storici della Fortitudo Bologna White Sox ha deciso in modo definitivo ed inequivocabile comunicando la decisione alla sua squadra in primis e ai vertici della L. I. B. C. I. . Un giocatore completo e dai fondamentali eleganti che per anni ha interpretato il ruolo di perno dello scacchiere felsineo ricoprendo il ruolo di interbase e spesso di terzo in battuta nel line-up, posizione solitamente destinata al fuoricampista sparecchia basi. La restia casacca 16 degli White Sox,  come il 16 Agosto 1969 data di nascita, è sempre stata poco incline a rilasciare dichiarazioni e interviste a voce ma con piacere ha accettato di mettere nero su bianco ricordi e aneddoti della sua lunga carriera sportiva. 

D: “Presentati?”. 

R: “Ciao sono Giancarlo Berganti, sono un non giovane di  51 anni, che ha dovuto decidere di abbandonare il baseball per ciechi.
Sono fisioterapista, e ho avuto la fortuna di fare uno dei più bei giochi per ciechi, il baseball, questo grazie ad una felice intuizione di  Alfredo meli, assieme ad altri amici  ex giocatori di baseball”. 

D. : “Come ti sei avvicinato a questo sport?”. 

R: “Mi sono avvicinato al BXC grazie  a il mio ex capitano Giovanni Lo Monaco, e al mio ultimo capitano Pasquale Di flaviano”. 

D: “Ci potresti raccontare il tuo esordio?”. 

R: “Dopo aver fatto qualche allenamento  il mio primo esordio fu nella finale di coppa italia, anno 1999 nel Bologna White sox.
Fu un esordio bellissimo  perché vincemmo la coppa italia  in finale con la Fiorentina, e io avevo fatto il mio primo fuori campo”.

D: “Ci potresti fornire un ricordo di Alfredo Meli?”. 

R: “Io di Alfredo  ho tanti ricordi molto belli, farei fatica a trovarne  uno in particolare, è stato un grandissimo giocatore, ma per me una grandissima persona. Aveva una capacità  di farsi  seguire che era contagiosa, a  volte    credevi di essere in disaccordo, ma poi ti rendevi conto che aveva sempre ragione, la differenza era che lui ci era arrivato prima di te, ma lui aveva una umiltà tale, che non te la faceva mai  pesare questa situazione. Come tutti i grandi rischiano di essere invidiati da altri, ma con lui non era possibile. Non mi scorderò mai quando nel 2002, ci eravamo  incontrati in un pub, per parlargli della mia idea ai più un poco assurda, di raccontare il BXC e su come sarebbe stato utile ai ciechi, in particolare ai fisioterapisti, ciechi, per migliorare le proprie percezioni, per poi aiutare persone con difficoltà.
Questo grazie a lui, con le sue osservazioni, i suoi appunti, mi ha aiutato a fare  la mia tesi di laurea in fisioterapia”. 

D: “L’ultimo trionfo tricolore dei Bologna White Sox risale al 2004. Che cosa ricordi di quella stagione?”. 

R: “Si ero presente anche io nel 2004  nell’ultimo scudetto, per adesso del Bologna, una annata  strepitosa, un gruppo di giocatori di amici dentro e fuori dal campo, cosa che  continuiamo anche oggi”.

D: “La rivalità tra Bologna White Sox e Thunder’s Five Milano ha caratterizzato diverse stagioni. Riesci a fornirci un aneddoto che possa riassumerla?”. 

R: “La rivalità tra Bologna e Milano Thunder per me è sempre più stata tra allenatori che tra giocatori, tra giocatori c’è sempre stato il massimo rispetto, ad eccezione di  qualche caso isolato, noi giocatori l’abbiamo più subita che praticata, anche perché i nostri allenatori erano ex giocatori, che negli anni 70  si sono scontrati parecchio”. 

D: “Raccontaci una partita che ti è rimasta particolarmente impressa nella memoria”. 

R: “Di partite per fortuna ve ne sono state tante, rischierei di far torto   a qualche d’uno, a me piace portare l’esempio dell’alfa e l’omega, ossia l’inizio e la fine, prima partita vittoria  della coppa italia 1999, finale scudetto, anno 2020, Bologna Fortitudo, contro Brescia resto del mondo, aihme vinto dal Brescia, meritatamente”. 

D: “Qual’è il giocatore al quale ti sei sempre ispirato?”. 

R: “Come giocatore  al quale io  ho cercato di  ispirarmi, ma che non ero degno neanche di  allaciargli le scarpe, è stato  il grande umberto calzolari. Un giocatore sempre pronto ad imparare, migliorarsi  sempre,  e credere che con il lavoro si può sempre migliorare”. 

D: “Qual’è l’avversario più tosto che hai affrontato?”. 

R: “L’avversario più tosto sono 2, in attacco  re Gulam,  giocatore che  a sempre fatto la differenza averlo in squadra o contro, in difesa  il grande gaetano Casale, difensore che averlo in difesa cambia le sorti della partita”. 

D: “Che cosa ti aspetti per la Fortitudo Bologna White Sox  per questo 2021?”. 

R: “Per i miei ragazzi della Fortitudo quest’anno mi aspetto grandi cose, con l’arrivo di Giorgio l’anno scorso ci ha dato  una ulteriore  spinta alla crescita che già si stava manifestando, capiremo più avanti  come  si potrà fare  il campionato, visto che questa pandemia stà cambiando  notevolmente le carte, ma sono sicuro che saranno ancora protagonisti nel 2021, come giocatori, e io sarò li con loro a tifare”.