Bara M’backe Dieng

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Cognome: Dieng
Nome: Bara M’backe
Data di nascita: 19/10/1991
Nazionalità: Senegalese
Altezza: 180cm
Peso: 68kg
Numero di casacca:
18
Mazza utilizzata: 31
Mano per lanciare: Destra
Ruolo attuale: Terza base
Ruoli ricoperti in passato: Esterno centro
Fondamentale migliore: Battuta, lancio e corsa
Carriera: Dal 2012 Lampi Milano
Numero campionati vinti: 2
Numero coppe Italia vinte: 0
Numero tornei di Fine Stagione Agonistica vinti: 1
Numero Coppe Lombardia vinte: 2

Barone, l’anima teranga riflessiva, accogliente, disponibile e tenace di una squadra antropologica vincente.

Quando tra le finestre di due occhioni curiosi e miti riesci a scorgere l’irresistibile richiamo a Mbalax ritmato, Thieboudiene e cheb-oujen speziato, gente semplice, ospitale, antiche radici e schiena dritta,

quando un’ampia falcata morde terra rossa ed erba, divorando chilometri di una savana rigogliosa, punteggiata da villaggi rallegrati da costumi, feste religiose o animiste che si perdono nella notte dei tempi,

Molon, guarda quella piuma nera che sfreccia armoniosa sulle basi!

Oh mon Dieu, ma è Bara!!

L’altro grande atleta in squadra insieme a Comino, per struttura fisica, rinuncia istintiva e naturale a vizi e distrazioni procurate da impulsi e fregole di questo tempo arruffato, accompagnati ad una gestione precisa e razionale di responsabilità familiari, impegni lavorativi, sport e svago, il nostro Bara è il motore inossidabile, vigoroso ed infaticabile della squadra.

Silenzioso e minimalista solo in apparenza, proprio perché il suo Senegal non sarà mai Paese da Safari, 4×4 nella boscaglia o mirabolanti prodigi naturalistici, Bara è riuscito a regalarci con quel pacchetto all-inclusive da 200 parole saggiamente misurate, 1000 gesti emblematici e 4 milioni di sorrisi radiosi a stagione il suo microcosmo culturale, storico, sociale e umano, molto riservato, equamente suddiviso tra colori / sapori africani e adeguamenti / atteggiamenti nostrani.

Immaginatevi allora una magnifica scultura figurativa accessibile, in cui i granelli di sabbia appiccicati ci inabissano tra le secche vergognose di Gorè, segnate dall’infamia della tratta degli schiavi e della conseguente deportazione di esseri umani verso il Nuovo Mondo, prima di risollevarci e traghettarci dolcemente tra le mille conchiglie dell’isola di Fadiouth.

Le grandi foglie di baobab incollate ci portano alle narici i profumi delle capanne di contadini e pastori, alle orecchie la condivisione gioiosa di canti, balli, preghiere di chi le vive ogni giorno, tra orgoglio, miseria, entità nazionale e tradizioni secolari.

Timido e piuttosto chiuso sin dai primi passi in squadra, primavera 2012, parzialmente frenato dalla propria introversione unita ad una comprensibile barriera linguistica e culturale da valicare, Bara si è subito distinto per quella straordinaria propensione alla corsa e al gesto tecnico naturale, sciolto, armonioso e poderoso, qualità e talento innati che hanno letteralmente mandato giù di testa manager, assistenti  e compagni.

Se a questo bel ragazzone senegalese dalla muscolatura strutturata, lineamenti e fattezze dell’atleta completo aggiungete poi quel soriso pacifico, radioso ed inclusivo con cui da oltre 7 anni ipnotizza regolarmente l’ambiente — solo amici, zero nemici –, espressione di grande disponibilità, determinazione e consapevolezza nei propri mezzi,

Et voilà, Mesdames et messieurs: Bara Mbacke Dieng!!

Classe 91, originario di Yeumbeul, ad una ventina di chilometri da Dakar all’ingresso della Penisola di Cap-Vert, Bara trascorre un’infanzia sostanzialmente tranquilla, seguita da un’adolescenza che oggi ama definire “Bellissima, la migliore che un ragazzo di quelle parti potesse chiedere”.

Terminata la scuola dell’obbligo, al compimento dei 18 anni segue il papà in Italia e si trasferisce a Vigevano dove ha la possibilità di monitorare con maggiore attenzione i primi disagi derivanti dalla perdita parziale della vista.

Inverno 2011, primo contatto con il baseball ciechi attraverso le parole di sensibilizzazione e promozione del nostro sport di Francesco Cusati: Bara frequenta il corso per Centralinisti all’Istituto dei Ciechi, rimane affascinato da questa nuova  sfida sportiva e, agganciato in seguito dal nostro Metronomo e Capitan Maurizio, si presenta in palestra ad un nostro allenamento armato di tanto coraggio, voglia di fare, sorriso seducente, faccia e  look da vagabondo curioso più che da futuro Home Run King dei Lampi.

L’obbligo poi imposto dal gioco di coprire gli occhi con una mascherina in allenamento e in partita rappresenta inizialmente una difficoltà aggiuntiva per il buon Barone come per qualsiasi ipovedente bendato.

Ma è proprio durante quegli allenamenti complicati e problematici sotto il profilo dell’orientamento e della graduale presa di coscienza di una condizione “mutantis” che esce la grande ostinazione di un Bara testardo, coraggioso e caparbio: il Barone brucia rapidamente le tappe di una crescita tecnica e atletica incredibile, incarna un modello inconsapevole di tecnica sulla corsa, accuratezza e precisione nel tiro, esplosione balistica al piatto, aprendo la strada, silenziosamente ed umilmente, alla serie di trionfi di quei Lampi sfrontati e sorprendenti che tra 2013 e 2015 detteranno legge, accaparrandosi gloria e trofei.

Buffo, No?? Un Leone della Teranga innamorato di calcio e basket in Africa Occidentale che domina in Italia in una disciplina pressoché sconosciuta lungo il corso del Saloum, Senegal e Gambia.

Da quella primavera 2012, solo fotogrammi trionfali di un’ascesa splendida e irresistibile per il nostro fortissimo terza base: esordio da incorniciare all’Opening Day di Malnate, praticamente a digiuno di qualsiasi nozione sul baseball ciechi, due scudetti cuciti sul petto, un torneo di fine stagione, coppe e coppette regionali, nazionali, internazionali in bacheca (le due Mole’s Cup 2016 2017 alzate rispettivamente al cielo di Parigi e Sala Baganza con la selezione Italiana e delle All-Stars), convocazione sistematica all’ASG e HR Derby dal 2013 come Lampo più votato dai colleghi, miglior battitore Regular Season 2017….

Le ultime sette stagioni hanno semplicemente apposto pennellate d’autore al compimento della favola umana e sportiva del nostro Bara, in piena simbiosi con i suoi Lampetti che, pur non dipendendo totalmente dall’estro del loro slugger senegalese, come troppo spesso insinuato e sussurrato da malelingue striscianti ed invidiose nel nostro ambiente, credono, confidano e continuano ad ispirarsi, in campo e fuori, alla classe cristallina del ragazzo di Yeumbeul.

A prescindere comunque dai trofei individuali e di squadra, oltre l’atleta e il giocatore, al di là dell’arcobaleno sportivo e quotidiano di un ragazzo modesto e perfettamente integrato in questa gabbia di matti chiamata Italia, ci sono comunque le comprensibili luci intermittenti sulle aurore di un pianeta Dieng spesso percorso dalle tempeste solari di un Mal D’Africa intimo, sofferto visceralmente da Bara a cui manca praticamente tutto del suo Senegal, famiglia in testa.

Un Barone stupendo e vincente che fin dai primi gesti, solo apparentemente smarriti, dalle parole cadenzate, incerte solo nella pronuncia, ci ha subito spaccato il cuore, con le armi della cultura, delle conoscenze umane, del dialogo che genera e alimenta idee nuove e dell’arricchimento spirituale.

Un arsenale pacifico di valori e principi importati da Dakar, ereditato dal grande Cheikh Anta Diop da Caytou, filosofo, antropologo, storico, linguista, ingegnere, scienziato razionalista, fisico, matematico, tra gli intellettuali e politici più influenti del XX secolo, che, tra le numerose tesi sull’origine nera degli antichi Egizi, approfondimenti ricerche  e riflessioni profonde sul Processo di Riappropriazione del Racconto Identitario del Continente Africano, ha trovato anche il tempo per regalarci una verità assoluta che il nostro Barone porta fiero nell’anima, tra i riccioli e, pourquoi pas, in ogni suo affabile sorriso.

…A formation égale, la vérité triomphe. Formez-vous, armez-vous de sciences jusqu’aux dents (…) et arrachez votre patrimoine culturel. Ou alors traînez-moi dans la boue, si quand vous arrivez à cette connaissance directe vous découvrez que mes arguments sont inconsistants, c’est cela, mais il n’y a pas d’autre voie…


…A formazione paritaria, la verità trionfa. Istruitevi, armatevi di scienze sino ai denti (…) e valorizzate al massimo le vostre tradizioni culturali. O, in alternativa, trascinatemi nel fango. Se quando giungerete a questa conoscenza diretta scoprirete che le mie argomentazioni sono effettivamente incoerenti, va bene, ma non esiste altra strada…


Salam Aleikum mon petit frère Bara, la Pace sia con te.